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12.05.2021

I cittadini stranieri in provincia di Treviso

Nuove povertà e immigrazione, l’appello di Cisl, Anolf, Caritas, Migrantes, La Esse e Una Casa per l’Uomo: “Crisi pandemica: istituzioni, enti e associazioni cambino passo, serve un impegno comune per combattere le crescenti disuguaglianze in tutta la popolazione, a partire dai soggetti più fragili”.

La crisi pandemica acuisce il disagio, economico e non solo. E per la prima volta, nell’anno segnato dalla pandemia, il 2020, la popolazione italiana e i cittadini stranieri della Marca sono colpiti in maniera, se non uguale, molto simile.

“La povertà si sta abbattendo su un numero crescente di persone e famiglie”, spiegano i responsabili di Cisl Belluno Treviso, Anolf, Caritas di Treviso e di Vittorio Veneto, Migrantes, cooperative La Esse e Una Casa per l’Uomo. “Le fatiche più rilevanti sono in ordine alla fragilità educativa, di genere e relazionale, oltre alle difficoltà relative all’occupazione e all’abitare. Questo disagio sta indebolendo il tessuto comunitario, alimenta tensioni e aumenta le distanze tra ricchi e poveri, tra chi si scopre più fragile e chi è comunque più garantito. In questo clima, gli immigrati, soprattutto coloro che stavano acquisendo competenze e strumenti, stanno pagando un prezzo molto alto. Per sopravvivere stanno sacrificando brutalmente alcuni elementi culturali, si rassegnano a non esigere il rispetto di alcuni diritti e hanno congelato il proprio progetto migratorio. Ma la pandemia ha svelato che queste mutilazioni relative alla condizione presente e alla speranza di futuro riguardano anche molti italiani”.

Da qui l’appello degli autori dell’analisi. “Dobbiamo metterci tutti in gioco per promuovere un cambiamento di mentalità in ordine alla questione, che si traduca in un cambiamento culturale. Occorre mettere a fattore comune le competenze e le risorse affinché diventino la base da cui ripartire insieme. È necessario vincere la logica individualista e ripensare un territorio in cui ogni risorsa venga riconosciuta e rivalutata”.

La crisi causata dal Covid fa emergere nuove linee di fragilità nella Marca trevigiana, e ne rimette in evidenza altre già presenti. A definirne i contorni, le associazioni curatrici da oltre 15 anni del Report annuale sulla presenza dei cittadini stranieri in provincia di Treviso.

Quest’anno l’indagine viene presentata in forma diversa: non più un “report” sullo stile degli anni precedenti, ma un documento nel quale, a partire dai dati e dalle stime disponibili, si prospettano alcune questioni sulle quali porre l’attenzione per il presente e per il prossimo futuro, a partire da una valutazione dell’impatto della pandemia sulla popolazione straniera. Una scelta di prospettiva determinata anche dal fatto che i dati Istat su cui si sviluppa annualmente il report sono quelli disponibili e consolidati, ossia quelli relativi non all’anno da poco concluso, ma all’anno precedente, il 2019, e quindi non sarebbero stati utili alla comprensione delle conseguenze epocali della crisi pandemica sulla popolazione.

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