Si sono conclusi nel mese di aprile gli incontri dedicati agli studenti e alle studentesse delle scuole che hanno aderito al progetto Patente di smartphone, un percorso di educazione civica e digitale che ci vede attivi in dieci Istituti Comprensivi, nella scuola secondaria di primo grado, distribuiti in altrettanti Comuni dell’Alta Padovana.
Il percorso è inserito all’interno del più ampio progetto denominato “Rete di servizi di facilitazione digitale”, che ha lo scopo di migliorare le competenze digitali di tutta la cittadinanza. In questo contesto, i Comuni della Federazione dei Comuni del Camposampierese con Vigodarzere e Vigonza, hanno scelto di destinare una parte importante delle risorse disponibili proprio alle attività educative con i ragazzi, con le loro famiglie e con gli insegnanti, in un’ottica che promuova un utilizzo consapevole del web e dei dispositivi digitali, prevenendo i comportamenti a rischio. Come La Esse, soggetto realizzatore del progetto, in co-progettazione con la Federazione dei Comuni del Camposampierese, ente su-attuatore della Misura (PNRR 1.7.2 – DGR n. 364 del 7 aprile 2023), siamo convinti che la scelta sia stata lungimirante.
L’era delle tecnologie digitali sta ponendo infatti nuove sfide educative e rende necessario attivare per i giovanissimi nuovi percorsi per affrontare e contrastare fenomeni come cyberbullismo e cyber-stupidity: le prevaricazioni on-line e l’uso distorto, spesso inconsapevole, della rete che stanno assumendo sempre maggior rilevanza e diffusione.
Cuore delle attività è la formazione di gruppo e la riflessione condivisa sulla gestione dei vari dispositivi, in una prospettiva che pone al centro e vuole riconoscere il ruolo e le diverse responsabilità di tutti i soggetti coinvolti: giovani e adulti, scuola, famiglia e comunità. Il modello viene dall’esperienza, diffusa a livello nazionale, dell’Associazione Contorno Viola, che ha supportato la realizzazione del progetto. L’approccio è pedagogico e progressivo e riconosce come necessario il contributo di tutta la comunità educante, a supporto dell’esperienza dei ragazzi nel web.
Durante gli incontri in classe la parola degli studenti è stata sempre punto di partenza e di arrivo: attraverso attività laboratoriali i ragazzi e le ragazze hanno potuto trovare uno spazio di ascolto e di confronto, diventando protagonisti, liberi di raccontare i propri sentimenti e le proprie esperienze. Il percorso è stato occasione per affrontare alcuni temi cruciali, tra i quali: come mi rappresento e come vengo rappresentato? Come mi rapporto con l’Altro diverso da me? Cosa considero intimo e degno di protezione nella mia vita? So riconoscere e gestire le mie emozioni? Quali sono il mio ruolo e la mia consapevolezza come cittadino? Questioni fondamentali che attraversano la vita online e offline dei ragazzi, ma anche degli adulti.
Come per la guida di un veicolo, la “patente” che ottiene il conducente dopo l’esame, non è sufficiente da sola a prevenire gli incidenti. È necessaria anche una buona infrastruttura: strade sicure, segnaletica chiara, veicoli affidabili. Per questo, al termine del percorso in classe, è stato consegnato un Patto di corresponsabilità tra figli e genitori: un accordo in due parti, dove i ragazzi si impegnano con una Promessa di fiducia e responsabilità, e gli adulti sottoscrivono un Impegno educativo e di tutela. Il Patto, firmato da genitori e figli, chiude il percorso formativo in classe e la formazione genitori: un webinar e due laboratori dedicati ai genitori sul cyberbullismo e l’utilizzo dei dispositivi in famiglia. Il progetto ha previsto poi un percorso di formazione rivolto agli insegnanti e la partecipazione attiva delle istituzioni locali, attraverso la sottoscrizione di un Protocollo, affinché in questa sfida l’intera comunità educante possa agire come rete, per promuovere il benessere relazionale dei minori e sviluppare senso di responsabilità e pensiero critico.
Ciò che avviene nel e attraverso il digitale ha radici e ricadute che vanno ben oltre gli schermi: essere tecnicamente competenti nell’utilizzo delle piattaforme e delle applicazioni non è sufficiente quanto, proprio per mezzo di queste, ci troviamo ad affrontare temi e questioni legate all’affettività, alla costruzione dell’identità, al confronto con l’altro e al nostro sistema di valori. Un uso davvero consapevole della tecnologia sarà possibile quando, a partire da questa consapevolezza, non attribuiremo più la responsabilità esclusiva dei comportamenti scorretti su internet ai ragazzi e inizieremo, come adulti, a interrogarci sul nostro ruolo educativo e sul nostro essere presenza attenta.
Patente di Smartphone è, in questo senso, un passo in più in un cammino collettivo. Un percorso che mette al centro il dialogo, la fiducia e la cura. Perché una comunità educante che si fa carico insieme del futuro dei propri ragazzi, facendosi testimone di buone pratiche, è una comunità che cammina nella giusta direzione.