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30.01.2024

Social Housing: l’esperienza di Cessalto

Lunedì 29 gennaio presso la sede della Provincia di Treviso si è svolto il convegno dal titolo

“L’accordo di Programma quale strumento base per sperimentare nuove soluzioni per l’Abitare. Aspetti tecnici ed esperienze concrete” organizzato dall’Associazione Comuni della Marca Trevigiana e dal Centro Studi Amministrativi della Marca Trevigiana

Tra i relatori dell’incontro di carattere tecnico pensato con l’obiettivo di accompagnare gli Enti a capire come attivare progetti a carattere sociale in alloggi di proprietà pubblica abbiamo partecipato anche noi di La Esse. In modo particolare Alberto Baccichetto, presidente di La Esse, ha avuto modo di condividere la nostra esperienza all’interno del Progetto di accoglienza abitativa nel Comune di Cessalto. Si tratta di un progetto avviato nel 2005 attraverso la stipula di un contratto di comodato d’uso con Fondazione Cassamarca per la gestione di 2 strutture residenziali per un totale di 15 appartamenti.

“In questi 18 anni la nostra cooperativa – racconta Alberto Baccichetto –  ha messo a disposizione gli alloggi a numerosi nuclei familiari e singoli che presentavano difficoltà ad accedere al mercato immobiliare. L’accompagnamento abitativo effettuato con i nuclei familiari ha permesso dei graduali percorsi di autonomia abitativa grazie ai quali molte famiglie infatti sono riuscite a trovare una nuova collocazione abitativa. Il ruolo della cooperativa in questi anni è stato quello di gestire le accoglienze sia da un punto di vista sociale-relazionale, affiancando all’accoglienza un’azione di sostegno educativo, sia da un punto di vista amministrativo”.

Da sempre il punto di forza del progetto è stato quello di garantire l’accesso alla casa a quella fascia di popolazione che non presenta le garanzie economiche sufficienti da fornire al mercato immobiliare, caratterizzato da una scarsa offerta di alloggi e da prezzi difficilmente accessibili, sia per gli affitti che per gli acquisti, che si tramuta di conseguenza in una esclusione di accesso alla casa per  molte persone, soprattutto per quei profili caratterizzati da fragilità e vulnerabilità socio-economica (stranieri, famiglie numerose, donne sole con figli, famiglie monoreddito, anziani).

Con tutti gli inquilini viene attivato un accompagnamento educativo. In alcuni casi l’azione è modesta e finalizzata a creare una relazione, a monitorare la gestione dell’appartamento e le relazioni con il vicinato; in altri casi, il supporto educativo è più marcato e risulta funzionale a favorire lo sviluppo dell’empowerment personale. In tali casi generalmente viene costruito un progetto personalizzato con degli obiettivi educativi che orientano l’azione degli operatori, anche coinvolgendo la rete dei soggetti vicini alle persone e i servizi sociali territoriali. 

Come cooperativa pensiamo che le diverse progettualità di accolgienza abitativa attraverso i diversi approcci che tentiamo di applicare (l’housing first, l’housing lead, il co-housing), sia uno strumento indispensabile per  sviluppare percorsi di vita autonoma o comunitaria a seconda dei bisogni, delle risorse e delle potenzialità della persona. Questo soprattutto in questa fase storica dove “l’abitare” è tornato ad essere un problema urgente per una ampia fascia della popolazione.

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