Il 17 e 18 giugno si è svolta a Bologna, nella splendida cornice di Sala Borsa, la prima assemblea in presenza di Co.R.A. Costruire Reti Antiviolenza.
Co.R.A. è una neo-nata associazione nazionale di secondo livello che rappresenta enti e organizzazioni impegnate nel contrasto alla violenza di genere attraverso la gestione e promozione di Centri Antiviolenza e Case rifugio.
Le organizzazioni aderenti a Co.R.A., tra cui la cooperativa La Esse, si sono incontrate in una assemblea lunga due giorni con l’obiettivo di continuare a denunciare il rischio di chiusura di molti Centri e Case rifugio in tutto il territorio italiano e per individuare gli obiettivi e le strategie per le prime azioni concrete dell’associazione.
Ci siamo riunite e organizzate in associazione con due obiettivi chiari e prioritari: diventare un interlocutore per molte organizzazioni che ad oggi non sono rappresentate a livello nazionale e creare connessioni e contaminazioni tra enti che si occupano di contrasto alla violenza di genere. Con questi passi vogliamo continuare a offrire alle donne un servizio qualificato e che possa far fronte alle numerose sfide quotidiane: la domanda crescente e sempre più complessa; i percorsi di autonomia delle donne; sostenere i bambini che assistono alla violenza; il numero dei femminicidi che non scende, etc. Siamo determinate a fare della nostra voce una leva per un cambiamento reale, garantendo la continuità e il potenziamento dei servizi che sono baluardo di libertà e sicurezza per donne” afferma la presidente di Co.R.A. Laura Sartori, psicologa della Cooperativa La Esse di Treviso.
“A partire da settembre 2025, a causa dei criteri previsti dall’articolo 1 dell’Intesa Stato-Regioni del 2022, potrebbero chiudere in Italia 77 Centri Antiviolenza (20% in italia), e 276 Case Rifugio (oltre la metà di quelle attive in Italia), con la perdita di 1212 posti letto e lasciando oltre 5500 donne senza supporto. Intere comunità locali resterebbero senza punti di riferimento per la protezione e l’accoglienza.
Gli enti aderenti a Co.R.A. portano nei territori competenze sia specifiche sul contrasto alla violenza di genere, sia trasversali rispetto a diversi ambiti delle politiche sociali, quali l’immigrazione, l’inclusione sociale, le politiche attive del lavoro, etc. che diventano un fattore moltiplicatore di valore e opportunità per le donne con cui operiamo Afferma la presidente dell’Associazione Mondo Donna di Bologna, aderente a Co.R.A.
Le associate a Co.R.A. sono organizzazioni con consolidata esperienza, che operano da anni con competenza e professionalità nel sostenere, proteggere, accogliere e accompagnare all’autonomia le donne che attraversano situazioni violenza. Ogni ente ha almeno di 5 anni di esperienza nella gestione di Centri Antiviolenza e/o di Case Rifugio, ed è formalmente riconosciuto dalle Regioni in cui opera.
Co.R.A. chiede con urgenza una revisione dell’Intesa, per evitare una vera e propria emergenza sociale: molte donne e bambini non potrebbero più esser accolti e messi in protezione, centinaia di donne interromperebbero il loro percorso di uscita dalla violenza e di autonomia e si troverebbero senza sostegno e senza un luogo sicuro in cui vivere. Tra le proposte di Co.R.A.:
- l’eliminazione del requisito della prevalenza/esclusività delle attività di prevenzione e contrasto alla violenza di genere nello statuto dell’ente e in bilancio;
- l’adozione di criteri sostanziali nel riconoscere i cinque anni di esperienza nel campo della contrasto alla violenza di genere;
- la ridefinizione delle modalità di attivazione della reperibilità h24 dei CAV che tenga conto della sostenibilità e delle specificità territoriali dei servizi H24 già attivi.
“Non possiamo permettere che una norma limitante e miope distrugga anni di lavoro sul territorio. Senza questi centri, intere comunità resteranno senza presidi fondamentali per la sicurezza delle donne e dei bambini,” conclude la Vice-presidente Laura Di Nicola della Cooperativa abruzzese Horizon Service. “Chiediamo alle istituzioni di ascoltare chi ogni giorno si occupa con professionalità e cura delle donne vittima di violenza, per garantire che nessuna venga lasciata sola.”